domenica 11 novembre 2018

 Il segreto di Padre Pio

Antonio Socci


Il segreto di Padre Pio


Ed.Rizzoli BUR


Non amo lo stile giornalistico di Socci che quando si fa titolista cerca qualcosa d'effetto, ma il libro non lascia indifferenti e, almeno a caldo, offre l'idea di una dimensione molto particolare dove anche ciò che è noto ai più assume una veste nuova: ora divina, ora certezza assoluta del credente, a volte quella di una denuncia attuale, come non si sapesse già tutto. Questa riattualizzazione, nonostante una cronologia storica di eventi del secolo scorso avvicina al frate di Pietralcina, alla Fede, ai misteri certezza della fede cattolica. Colpisce quanto Socci rappresenti Padre Pio consapevole della sua missione piuttosto che strumento ignaro del divino come lo avevo finora immaginato, dopo aver navigato nelle testimonianze ma anche e soprattutto negli avvenimenti storici del secolo scorso che, secondo l'autore, non sono casuali, ma conferme di un chiaro e preciso disegno divino che talvolta proprio gli uomini della Chiesa non hanno saputo riconoscere, vessando un santo loro contemporaneo.

martedì 4 settembre 2018

 L'Arte di ricominciare

Fabio Rosini

L'arte di ricominciare

i sei giorni della Creazione e l'inizio del discernimento

Ed. San Paolo


Un'esperienza bellissima quella che offre Don Fabio Rosini nel suo stile unico di parlare, e scrivere come parlerebbe in una catechesi, al tempo stesso forbito ed accessibile a tutti. Chiaro ed esaustivo con esempi pratici di vita vissuta, di situazioni ben comuni e conosciute dei nostri giorni nei quali le sue parole si stagliano come frecce di un arco che fa sempre centro.
Con la giusta moderazione si può vivere una settimana molto significativa e ritrovasi ciò che andrebbe fatto, vissuto e ripetuto giorno per giorno: vicini o lontani che ci ci senta dalla Fede.

domenica 24 giugno 2018

La voce del silenzio

Laura Siciliano

Ed. Grafitalica


Laura racconta, nella sua vitalità infinità, il suo essere bambina, poi donna con un compagno del quale descrive il carattere, ma soprattutto il suo essere mamma, dove essere mamma non è generare una vita, ma generare amore, un amore che fa madre senza le doglie del parto, e generare un uomo sicuro di sé senza che occorra un legame biologico in tutto questo. Al di sopra del generare un figlio, un compagno del quale non parla più, probabilmente vicino nella Parola e, partendo da quella mansarda del castello, dove farvi ritorno, ripercorrere i ricordi di un nonno che si era ritirato a vita privata e di giardini di Sorrento dove aveva trascorso la sua infanzia.

Donna, poi mamma, poi cittadina del mondo come chiunque si sente figlia di Dio, guidata dalla Parola, ritorna nella terra che le ha donato un figlio, poi in altri luoghi dove il suo essere è così ben saldo dal non rimanere scalfito da quanto vede e percepisce conscia dei suoi ricordi che ravviva, della propria storia; ciò che le permette di vivere con apparente superficialità ogni occasione di gioco che la vita le offre, perché sapendo fin troppo bene chi è, la vita è il susseguirsi di un gioco che scorre tra mille avventure, in quella mansarda o nel resto del mondo, dove l’incontro di Matias a Salasaca la pone a confronto con la vita che sarebbe forse spettata al suo Donato, se, da figlio di benestanti, fosse rimasto lì, da dove l’Italia sembra l’Eldorado.

Nella seconda parte poi si svela che non sposò un uomo che non avrebbe voluto adottare e si rivela in giocosi ed amorevoli atteggiamenti con cui studiare il figlio e giocarci e crescerlo comprendendolo, rendendolo autonomo, a volte tenero  a volte dispettoso almeno quando, giunto alla maggiore età, il difficile mestiere di mamma è compiuto e far sparire delle foto è ancora un modo per ricucire quel rapporto d’amore ormai giunto alla definizione di un uomo che, ha ormai diciotto anni ed è sofferenza ed è soddisfazione.

Siamo abituati a uteri di donna che generano figli, qui invece ci troviamo di fronte ad un gioco di eterno amore in cui un figlio adottivo si introduce nell’utero di una donna che in questo processo inverso riesce a generare un uomo che conosce gioie e dolori della vita, ma soprattutto il modo in cui affrontarle, ed anche se la natura non lo direbbe è parte di Laura, del suo modo di studiare Donato proprio perché possa varcare quella soglia e da cucciolo abbandonato divenire uomo e uomo di fede; come se si assistesse al vedere trasfondere ciò che il sangue non può ma che può invece un utero sterile di una donna che è in attesa soltanto di ricevere un bimbo da amare, formare, ed armare sereno alla vita.

Giulio della Valle